(TVT, 1990)
Dietro la sigla agisce in realtà un solo uomo, il ventiquattrenne Trent Reznor, venuto dalla Pennsylvania e con studi classici di pianoforte alle spalle per fare le pulizie nella sala d’incisione di Cleveland, dove inizia anche a registrare. È la sua soggettività prometeica che unifica electro pop, musica industriale e rock nel meccanismo spietato e emozionante dei Nine Inch Nails. Le cartilagini sono spesso fatte di Depeche Mode e Einstürzende Neubauten (Terrible Lie, Down In It), ma Head Like A Hole e Sin si dimostrano portatrici di un catartico azionismo dance/pop/metal al di là del bene e dei Ministry. Trent ha molte risorse, sa comporre, arrangiare, produrre, è un polistrumentista, ha una voce personale e scrive canzoni sopra la media, che incide servendosi dello studio come di un iperuranio che moltiplica per mille le possibilità musicali.
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