(Verve, 1967)
Uno dei dischi più importanti, influenti, leggendari di tutto il rock. Con la protezione artistica di Andy Warhol, che ufficialmente figura come produttore ma in realtà disegna solo la celebre copertina con la banana, i quattro Velvet (Lou Reed, John Cale, Sterling Morrison, Maureen Tucker) più l’affascinante cantante Nico, consegnano alla storia un album che scombina gli schemi del rock. Nel pieno della stagione psichedelica, del flower power e degli ideali hippie, i Velvet descrivono il lato oscuro del rock, parlano di droga, morte, ossessioni e sesso (il nome stesso del gruppo è quello di un libro underground sulle perversioni sessuali). Sunday Morning, I’m Waiting For My Man sono tra le più tipiche canzoni di Reed, passate indenni attraverso trent’anni di musica. Femme Fatale, I’ll Be Your Mirror, All Tomorrow’s Parties portano l’inconfondibile timbro vocale di Nico, gelido, affascinante, monocorde. The Black Angel’s Death Song è una lunga improvvisazione rumoristica tipica degli esperimenti dei due anni precedenti alla Factory di Warhol. European Song è dedicata alla figura “maledetta” del poeta Delmore Schwarz, mentore di Lou Reed negli anni dell’Università. Heroin infine è non solo la canzone più famosa del cantante, ma anche una delle più angoscianti poesie sulle devastazioni della droga pesante. All’epoca ha venduto pochissimo, al punto che non entrò neppure tra i primi 100 in classifica, ma fu rapidamente rivalutato qualche anno dopo, diciamo da Patti Smith in avanti. Riedito in un’artificiosa versione expanded, su doppio CD (Polydor, 2002 ), che mette insieme le edizioni mono e stereo, aggiunge i brani di due 45b giri ma anche cinque canzoni di Chelsea Girl, il primo LP di Nico in cui suonavano anche Reed e Cale.
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